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Quella che viviamo è proprio un’epoca bislacca. Come certe frasette che adesso vanno molto di moda, e che qualche anno fa erano prerogativa dello yogurt al bifidus actiregularis, dell’acqua minerale e della telefonia mobile. Ritornelli come «puliti dentro, belli fuori», «sentirsi bene inizia da dentro», «la vita è adesso», si sentivano solo negli spot televisivi.

Oggi, invece, la saggezza stereotipata è diventata essenziale. Ne sono impregnati i social con i loro messaggi di buongiorno e buonanotte; seminari, convegni, trasmissioni televisive, addirittura scuole, fioriscono in nome della ricerca della felicità e per promuovere la missione ultima dell’essere umano. Negli ultimi anni sono comparse anche figure professionali di un certo rilievo, i cosiddetti personal coach, specializzati nella declamazione di frasi incoraggianti, in competizione diretta con i Baci Perugina.

Sono sempre di più le persone che ammettono con candore di essere impegnate in un percorso spirituale, una concetto che forse ha un suono spiacevole ma che, nella pratica, presenta grandi vantaggi. Infatti, le persone spirituali vivono nella luce (pur non specificando mai di quale luce si tratti, se quella della lampadina a 20 watt della cucina o quella naturale del sole), e questo le qualifica automaticamente come migliori di tutti quelli che spirituali non sono. Chi si interessa allo spirito agisce sempre, per definizione, in maniera illuminata, anche quando non rispetta la fila per il bancomat, spettegola, sputa per terra ed emette parolacce inenarrabili.

Il mese scorso al Tate Modern di Londra è stato proiettato uno stupendo filmato satirico sul volto comico grottesco della spiritualità moderna e approssimativa.

What u ☺ about? (che si potrebbe tradurre: «Che ti ridi?») è la storia di una celebrità, una vip che sembra un’eroina dei cartoni animati, la sintesi di Sailor Moon, Alice nel Paese delle Meraviglie e dell’Ape Maia. Non è chiaro questa donna sappia fare né come sia arrivata alla fama (cosa piuttosto normale tra i famosi di oggi). La funzione della diva nel mondo è dispensare perle di saggezza e selfie via wireless a un’avida una folla di individui in pantofole e pigiama.

«Non importa come ti vesti – canticchia la star dai capelli blu – come ti pettini, come ti trucchi. Quello che conta è come sei dentro.» Purtroppo, in seguito ad alcuni misfatti informatici per mano di creature malvagie, la diva si trasforma e la sua bellezza è deturpata: la silhouette si gonfia come quella di Buddha, i capelli le cadono e le rughe le tagliano il viso come se fosse uno shar pei. A quel punto, le sarà difficile fare appello alla bellezza esteriore per ritornare alla realtà confettata e ai privilegi di cui godeva prima.
What u ☺ about?, opera di Rachel McLean, tratteggia con arguzia la caricatura dei guru moderni: splendenti, infiocchettati, con il sorriso sbiancato e le sopracciglia ben disegnate, vestiti di tuniche indiane e seduti a gambe incrociate nella posizione del fiore di loto.

Purtroppo, anche quando si parla di libri (e siamo qui per questo), la spiritualità contemporanea è un best seller. Le librerie sono invase da guide pratiche alla vita illuminata. Volumi dalle copertine patinate, stampati a caratteri giganteschi, dove si legge che, se lo desideri davvero, puoi vincere la lotteria o trovare una Ferrari parcheggiata nel salotto di casa. Alla stregua di Vogue e di altri settimanali femminili, questi libri comprendono gadget invitanti: CD, amuleti degli angeli, quaderni magici, abbecedari del namastè, incensi e altri ancora.

Disgraziatamente, questi fac-simile di libri danneggiano molto sia l’anima nostra che quella del già claudicante mercato editoriale.

Però, la buona notizia è che il mondo della letteratura è pieno di saggi che possono supportare un vero viaggio nell’interiorità. Per trovarli, in libreria o in biblioteca bisogna scavare negli scaffali polverosi e infestati dalle ragnatele. I libri che fanno bene all’anima non hanno belle copertine, sono un po’ difficili da leggere e sono privi di omaggi, ma costano di meno e vale la pena perderci del tempo.

Questa è una breve lista dalla mia biblioteca personale:

1.Viktor E. Frankl, Uno psicologo nei lager, Ares, traduz. N. Schmitz Sipos

«L’uomo può essere nel suo intimo più forte del destino che gli viene imposto dall’esterno.» Sopravvissuto all’olocausto, Frankl spiega come anche nel peggiore degli inferni sia possibile vivere in paradiso.

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2. Yongey Mingyur Rinpoche, Budda, la Mente e la Scienza della Felicità, Sperling & Kupfer, traduz. S.Orrao

Sui mille punti di convergenza tra il Buddismo e le scienze neurologiche, e sulla meditazione come tecnica di ringiovanimento e di benessere e non solo come pratica spirituale.

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3. James Hillman, Il codice dell’anima: carattere, vocazione, destino, Adelphi, traduz. di A.Bottini

Dio esiste ma non si vede, perché abita dentro di noi. La genialità di artisti, scrittori, pensatori, uomini di spettacolo, è il frutto di un dialogo con il proprio dio interiore, detto anche anima.

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4. Erich From, L’arte di amare, A. Mondadori, traduz. M.Damiani

In questo saggio si scopre che l’amore è un fatto personale, nel senso che ha molto a che fare con noi stessi e un po’ meno con l’oggetto dei nostri desideri.

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5. Katherine Butler Hathaway, The Little Locksmith, ristampa a cura di The Feminist Press)

Purtroppo disponibile solo nella versione inglese, l’autobiografia gioiosa e illuminante di una donna che, seppur sfigurata dalla tubercolosi spinale, riesce a trasformare la propria vita in una fiaba vera, con tanto di castello fatato.

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Leggete ciò che fa bene. I risultati sono impagabili. Buona lettura!

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