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L’estate più politica di sempre in cui riecheggiano con inaspettata saggezza e sempreverde esigenza – e insieme paura – frasi come «Andate al mare», il mondo editoriale diviso fiero indignato ritrovato disimpegnato e guerrigliero si raduna sotto il grande ombrellone animalesco con la sua bella copia di Rolling Stone. Bisogna dire le cose come stanno: nessuno legge un libro da almeno tre anni. Lucia Borgonzoni ha colto nel segno. «Leggo poco, studio sempre cose per lavoro» o in versione Oviesse per i dannati dell’editoria: Lavoro poco, leggo sempre. Quindi dato che bisogna recuperare ecco una mareggiata di consigli di lettura, con un grazie personale dal logopedista di Di Maio e la certezza di un tweet salviniano contro queste liste stilate negli attici di New York da gente col Rolex. In alternativa a codesto listao meravigliao do cambiamiento si può anche vedere la replica dell’ultima assemblea del Pd che conta tante correnti quanti libri in questo pezzo enciclopedico. Insomma la mezzadria editoriale felice e puttana spara le ultime cartucce che alla prova costume di flat c’era solo la tax e tanto poi a settembre arriva il reddito di cittadinanza e si va una vita in vacanza.

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