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«È un ex della Mala del Brenta».
«Cosa?»
«Ed è anche diciamo un po’ pregiudicato. Avremmo voluto dirglielo prima ma…»
«Quindi non solo sembra un gangster, ma lo è?»
«Tecnicamente sì, lo è».
«Ma è fantastico! A livello mediatico già questa è una bomba!»

 

Cosa succede a mettere insieme i residui poco ortodossi di una organizzazione criminale operante in nord Italia fra gli anni settanta e gli anni novanta, le necessità dello show business all’italiana e i desideri di rivalsa di una ex spia del Kgb?

Succede che si intrecciano i fili di tre realtà ben distinte e separate, ognuna con propri elementi di tensione, le quali, unite, portano a una saturazione la cui carica esplosiva viene acutamente smorzata – o per meglio dire: celata al lettore – dalle caratteristiche intrinseche del testo stesso.

Zodiaco Street Food, il romanzo costruito da Heman Zed e portato alle stampe da Neo edizioni, infatti, ha la peculiarità di avere al contempo le tinte fosche e crudeli del noir e lo stile diretto delle narrazioni umoristiche. Non sono tuttavia i siparietti comici ad alleggerire le situazioni, né un generale tono allegro, bensì la figura del protagonista Romeo Marconato, intorno al quale tutto ruota. Romeo non è una caricatura dell’ex criminale imbolsito, né un fantozziano inetto a cui capita di tutto: è invece un uomo d’affari che ha saputo far fruttare gli anni come affiliato della Mala del Brenta e sfruttare le maglie larghe della legalità per costruire un proprio business; è, ancora, un uomo che sa fiutare le occasioni e sa cavarsela con quella che potremmo facilmente definire “astuzia all’italiana”. Dunque, nient’affatto un idiota da palcoscenico.

E tuttavia, è proprio questa sua immagine da nuovo arricchito, non raffinata – anzi, diciamocela tutta, piuttosto rozza, che si manifesta già nel parlato poco istruito – che lo rende tanto più pericoloso. I suoi nemici tendono a sottovalutarlo; i suoi alleati e amici ad approfittarsi di lui. Senza capire, però, che dietro quell’aria da sempliciotto si nasconde un uomo feroce e intelligentissimo, il quale ha solo bisogno di un piccolo suggerimento per comprendere che aria tira e come occuparsi dei problemi.

Si può allora scorgere un parallelo fra la scrittura di Heman Zed, solo all’apparenza semplice e ingenua, e il suo protagonista Romeo Marconato. In entrambi i sensi l’autore padovano ha saputo gestire la propria abilità per depistare il lettore e nascondergli, fino alla fine, il punto di arrivo del proprio romanzo. È stato, il suo, un indiscutibile colpo di genio.

Se ci concentriamo, poi, sulla trama, posso affermare di aver trascorso diverse ore di piacevole intrattenimento. Il mix di concitazione e imprevedibilità degli sviluppi è la combinazione perfetta per consentire una lettura concentrata e totalizzante. Non nego che avrei voluto saperne di più dell’elemento narrativo che dà il titolo al libro stesso, ossia quell’attività chiamata Zodiaco Street Food di cui si esplora veramente poco. A parte il Leone, il furgone intorno al quale ruotano molti degli eventi, e un paio di riferimenti a un problematico Sagittario, l’idea geniale di una catena di fast food di infima qualità ma dai prezzi bassissimi, adatta per gli avventori notturni e dislocata fra Padova e Venezia, resta in secondo piano. Il romanzo prende un’altra piega, si passa dalla strada alla casa di Romeo, e da qui agli studi televisivi svizzeri del talent show Simple Cook e poi ancora altrove, fino a che la vicenda dei fast food perde importanza. Il Leone è sì protagonista di una buona parte del romanzo, e tuttavia la trama avrebbe funzionato anche senza ricorrere a questo espediente che prevede ben dodici furgoni, uno per ogni segno zodiacale.

La Neo edizioni ci ha abituato a dei romanzi potenti, nient’affatto pacati, a volte al limite col pulp e lo splatter. Per fare un solo esempio, ho ancora in mente, ad anni di distanza, le atrocità di Grande nudo di Gianni Tetti. E sebbene quest’ultimo appartenesse alla collana Iena, in cui rientrano testi più caustici e dallo stile più viscerale, Zodiaco Street Food, che rientra nella collana Dry, dedicata ai romanzi di trama, non è da meno in quanto a ferocia.

In conclusione, è un libro di sicuro interesse, più leggero rispetto agli altri testi della Neo (se togliamo Vinpeel degli orizzonti di Peppe Millanta, ma lì parliamo proprio di una favola per adulti) ma altrettanto emozionante.