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Succede dai tempi dell’Eneide: bisogna obbedire o disobbedire alla volontà dell’autore? 

Una domanda che coinvolge non solo l’etica della filologia, ma l’intero mondo dell’editoria: si pensi al caso della Gerusalemme Liberata, di cui leggiamo una versione diversa da quella finale voluta da Tasso, perché ritenuta migliore dalla critica; o a Mallarmé, che prima di morire chiese alla moglie e alla figlia di bruciare tutte le sue poesie perché «Non esiste eredità letteraria»; o ancora, alla versione di Cowley di Tenera è la notte, che rimaneggiò più di ottocento passi del romanzo sostenendo di seguire l’ultima volontà di Fitzgerald; o infine, per citare invece un caso recente, alla pubblicazione in Inghilterra del racconto inedito e incompiuto Beren and Lùthien lasciato volutamente in un cassetto da Tolkien e recuperato dal figlio.

La storia della letteratura è piena di casi del genere, ma tutti sono accomunati dalla necessità di una scelta: o si rispetta la volontà dell’autore o si decide di pubblicare contro il suo volere e in questo secondo caso, o si manifesta in modo esplicito il sopruso commesso oppure ci si giustifica facendo credere a chi legge che l’autore non aveva tutte le rotelle a posto.

Nel 2010 muore a Cornish, NewHampshire, lo scrittore americano J.D. Salinger: aveva smesso di scrivere, o così si credeva.

JD Salinger Portrait Session

Nel 1951 Salinger pubblica il romanzo che lo rende famoso in tutto il mondo: Il giovane Holden (Einaudi, traduzione di Matteo Colombo). La stesura gli costa quasi un decennio di lavoro: il manoscritto era stato con lui durante gli studi serali alla Columbia University, durante la seconda guerra mondiale, nella liberazione di un campo di concentramento nazista e infine, anche nella riabilitazione post-bellica. Come si poteva raccontare tutto questo? La risposta aveva un nome e un cognome: Holden Caulfield. O meglio, tutto ciò che c’è dietro alla semplice ribellione di Holden Caulfield.

La magia nasceva da una mescolanza, presa come assunto di partenza: la profondità del messaggio era inversamente proporzionale alla semplicità stilistica. Come doveva parlare Holden? Bisognava mascherare il realismo e la crudeltà della guerra attraverso le considerazioni di un ragazzo che decide di abbandonare la scuola in cerca di una purezza che solo lui riesce a cogliere. Per Salinger divenne quasi un’ossessione: la leggenda vuole che decise di cambiare editore per il suo romanzo quando, durante la revisione definitiva del testo, aggiunse una sola virgola dove secondo lui non era necessaria. 

Il libro fu e rimane un best seller americano. Tutte le riviste volevano i suoi racconti, i giornali gli chiedevano interviste. Ma pochi capirono davvero quello che Salinger aveva da dire. La stroncatura di Elizabeth Bishop potrebbe valere da sola come valido esempio: «Mi ci sono voluti giorni per leggerlo, una pagina alla volta, con cautela, imbarazzandomi per lui a ogni frase ridicola. Come hanno potuto permetterglielo?». Tuttavia l’opera avrebbe generato una particolare forma d’inquietudine che non si sarebbe fermata alla carta stampata: la ribellione fallita del personaggio incoraggiò alcune personalità psicotiche a mettere in atto azioni criminali, come simbolo di lotta all’ordine costituito della società.

Nel 1980, John Lennon fu ucciso da Mark David Chapman, convinto di essere il nuovo Holden Caulfield; l’anno dopo, John Hinckley Jr. tentò di assassinare Ronald Reagan e una volta arrestato dichiarò: «Se volete una spiegazione tutto quello che dovete fare è leggere Il Giovane Holden»; infine, nel 1989 fu il turno di Rebecca Schaeffer (attrice famosa grazie alla serie televisiva My sister Sam) che lo stalker Robert Bardo uccise davanti casa: non poteva tollerare che la ragazza avesse perso la sua innocenza in una scena erotica di Class Struggle perché, come gli aveva insegnato il libro che portava con sé, era l’unica qualità positiva che rimanesse al genere umano. Nello zaino c’era una copia de Il Giovane Holden.

A mug-shot of Mark David Chapman, who shot and killed John Lennon, is displayed on the 25th anniversary of Lennon's death at the NYPD in New York December 8, 2005. Chapman is currently imprisoned at Attica State Prison in New York, serving a 20-year-to-life sentence after pleading guilty to 2nd degree murder. ??? USE ONLY - RTXO1VI

La delusione era troppa: Salinger scrisse ancora qualcosa, poi si ritirò in una casa sopra una montagna e rimase in silenzio fino alla sua morte. L’unica eccezione sembrò esserci nel 1997: Salinger concesse a un piccolo editore i diritti per la pubblicazione di un nuovo racconto, Hapworth 16, 1924 (Eldonejo, traduzione di Simona Magherini). Tutti i riflettori vennero di nuovo puntati su di lui e alla fine decise di rinunciare.

Ma intorno a Salinger le ombre continuavano a muoversi: se la stella morente non voleva mangiare la torta, bisognava dividerla in parti uguali. Nel 1999, Joyce Maynard, ex compagna del creatore di Holden, mise all’asta delle lettere private dello scrittore per pubblicizzare At Home in the World: A Memoir, una biografia della loro relazione. L’anno seguente, la figlia Margaret pubblicò Dream Catcher: A Memoir , dove descrive il padre come una figura tirannica. Nel 2009, Salinger riuscì a bloccare il seguito del romanzo, 60 Years Later: Coming Through the Rye, firmato da un certo J.D. California. Holden non poteva ripetersi.

Tuttavia, ecco che nel testamento dello scrittore avviene il miracolo: Salinger non aveva smesso di scrivere. Tra le sue carte c’erano infatti alcuni racconti sulla famiglia Caulfield; cinque storie sulla famiglia Glass; un romanzo sulla relazione amorosa tra un soldato e una gerarca nazista; e un manuale sulle leggende Vedanta. Unica clausola: dovevano essere pubblicate solo dopo il 2060.

Nel frattempo continuava a rafforzarsi il mito: nel 2014 esce Salinger – la guerra privata di uno scrittore, a cura di David Shields e Shane Salerno (ISBN, traduzione di L.Bertolucci e P.Caredda). Un tomo di quasi ottocento pagine, dove sotto l’apparente biografismo si nasconde una trappola. Negli ultimi capitoli, infatti, Salinger sembra entrare nello studio di uno psichiatra: gli autori cercano di affibbiargli una qualche malattia psichica, l’unica spiegazione possibile che possa giustificare il suo ritiro tra le montagne. Poi, dopo avere insistito ripetutamente sul silenzio dello scrittore, ecco l’annuncio: le nuove opere di Salinger verranno pubblicate tra il 2015 e il 2020.

A rendere ancora più esplicito il ruolo di strumentum pubblicitario dell’opera, è la connessione con il documentario che viene realizzato dagli stessi autori poco prima , una resa romanzata di una biografia fatta male: Salinger – il mistero del Giovane Holden. Ma al tempo stesso, una perfetta operazione di marketing: il documentario anticipa la biografia cartacea, che a sua volta prepara il pubblico alla rottura del silenzio: un pazzo non poteva davvero avere potere decisionale, tanto meno da morto.

A oggi non sembra in programma alcuna pubblicazione inedita dell’autore, ma per non perdere tempo Einaudi nel 2014 ha pubblicato una riedizione de Il Giovane Holden con una nuova traduzione di Matteo Colombo (come citato in apertura), insieme agli altri libri che erano rimasti fuori produzione dagli anni ‘60: Franny e Zooey (traduzione di Romano Carlo Cerrone e Ruggero Bianchi), Alzate l’architrave, carpentieri e Seymour, introduzione (traduzione di Romano Carlo Cerrone) e Nove racconti (traduzione di Carlo Fruttero).

Colombo opera una scelta drastica: attualizzare il lessico di Holden. L’azzardo è immenso, se si considera quanta cura l’autore avesse messo proprio nella lessicologia del personaggio e lo si capisce già dall’incipit: «Se davvero volete sentirne parlare, la prima cosa che vorrete sapere sarà dove sono nato, e che schifo d’infanzia ho avuto», che sostituisce l’«infanzia schifa» dell’edizione tradotta da Adriana Motti, quest’ultima certamente più fedele, se si dimentica la totale storpiatura del titolo: l’originale americano era The Catcher in the Rye.

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Tuttavia la beffa finale si era ormai compiuta: i racconti inediti The Ocean Full of Bowling Balls((Il libro non esiste in italiano; si tratta di un’operazione di hacking da parte di un anonimo, ma non potevano essere pubblicati a causa dei diritti bloccati. Sono solo una parte dei racconti inediti che dovranno uscire entro il 2020 e di cui si parla nell’articolo, vengono eliminati e re-inseriti di nuovo costantemente in rete, un po’ come avviene per i film: il tutto, però, illegalmente)) (considerato il prequel de Il Giovane Holden), Paula e Birthday Boy vengono resi pubblici clandestinamente su internet. Opera di un fan o di qualcuno che voleva la torta tutta per sé? Forse, entrambe le cose.

Certo è che gli scrittori contemporanei avrebbero molto da imparare da Salinger. Esiste un confine preciso tra ciò che viene scritto per se stessi e ciò che invece è destinato a durare nel tempo. Ancora di più se, a determinare questa demarcazione, è uno scrittore con alle spalle l’esperienza di un successo mondiale: «Non pubblicare mi dà una meravigliosa tranquillità… Mi piace scrivere. Amo scrivere. Ma scrivo solo per me stesso e per mio piacere». Sapeva di avere fatto la storia della letteratura, ma non poteva più andare avanti. O meglio, era il pubblico che lo aveva amato a non poterlo seguire ancora, perché al contrario dello scrittore, era rimasto accecato da Il Giovane Holden. Se non si scioglie il dilemma del primo libro, le nuove opere non saranno altro che oggetti da collezione: la storia di un’anima non accetta scorciatoie. 

 Salinger non aveva mai avuto risposte, ma solo una domanda precisa a cui dobbiamo rispondere:

«Dove vanno le anatre quando il lago gela?».

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