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Questo articolo di Orwell mantiene intatta la sua attualità, nonostante siano passati più di settant’anni dalla sua prima pubblicazione, sulle pagine del «Tribune» di Londra, l’8 febbraio 1946. Il tema è ricorrente, infatti: leggere costa troppo? È per questo che la gente legge poco? Spoiler: no.
Per seguire il ragionamento di Orwell può essere utile sapere che fino al 1971, anno in cui fu stabilita la base decimale, dodici pence facevano uno scellino e venti scellini una sterlina. Non serve invece azzardare complicate equivalenze tra il potere d’acquisto della sterlina nel 1946 e quello di oggi ma, per chi volesse qualche riferimento in più, una sterlina del 1946 dovrebbe corrispondere a 42 sterline di oggi; uno scellino del 1946 a 2,11 sterline di oggi (fonte).

BOOKS VS CIGARETTES
(Traduzione di Roberto Galofaro)

Un paio d’anni fa, un mio amico giornalista si trovò a prestare servizio come vigile del fuoco, insieme ad alcuni operai. La conversazione cadde sul giornale per il quale lui lavorava: la maggior parte di loro lo leggeva e lo apprezzava, ma quando lui chiese cosa ne pensassero della pagina culturale, questa fu la risposta che ricevette: «E secondo te leggiamo quella roba? Ma se la metà delle volte parlate di libri che costano dodici scellini e sei pence! La gente come noi non può mica permettersi di spendere tutti quei soldi per un libro». Quegli stessi uomini, tuttavia, così mi raccontò il mio amico, non si facevano problemi a spendere parecchie sterline per una gita di un giorno a Blackpool.
Quest’idea che comprare libri, o anche leggerli, sia un passatempo costoso e fuori dalla portata della gente comune è talmente diffusa da meritare un esame approfondito. Quale sia il costo esatto della lettura, in termini di pence per ora, è difficile da calcolare, ma io ho deciso di partire da un inventario di tutti i miei libri e dalla somma del loro costo. Tenuto conto di varie spese di altro genere, posso fare una stima abbastanza buona della mia capacità di spesa negli ultimi quindici anni.
I libri che ho contato e di cui ho considerato il prezzo sono quelli che ho qui nel mio appartamento. Ne ho all’incirca altrettanti stipati in un altro posto, quindi sarà sufficiente raddoppiare la cifra per avere il totale. Non ho incluso nel conto alcuni scarti come copie omaggio, volumi rovinati, edizioni economiche da due soldi, pamphlet e riviste, a meno che non fossero raccolte in forma di libro. Non ho incluso neanche tutti quei libri senza valore – vecchi libri di scuola e via dicendo – che si accumulano in fondo agli armadi. Ho contato quelli di cui sono entrato in possesso volontariamente o che avrei acquistato volontariamente e che intendo conservare. Di questo tipo risulta che ne ho 442, acquistati nei seguenti modi:

Comprati (la maggior parte di seconda mano) 251
Ricevuti in regalo o comprati con dei buoni regalo 33
Ricevuti per recensirli o copie omaggio 143
Avuti in prestito e non restituiti 5
Attualmente in prestito 5
Totale 442

 

Ora veniamo al sistema di calcolo del costo. Per i libri che ho comprato io, ho considerato il loro prezzo di vendita, cercando di essere il più preciso possibile. Ho considerato il prezzo pieno anche per i libri che mi sono stati donati e per quelli che ho temporaneamente dato in prestito o che ho preso in prestito e tenuto. Questo perché, a spanne, regali, prestiti e furti di libri sono pari. Possiedo dei libri che strettamente parlando non mi appartengono, ma molte altre persone hanno libri miei: quindi quelli che non ho pagato possiamo considerarli come controbilanciati da quelli che ho pagato ma non posseggo più. Dall’altra parte, ho considerato alla metà del prezzo di copertina le copie ricevute per recensioni o in omaggio. Questo è all’incirca quanto avrei speso se li avessi acquistati di seconda mano, e per la maggior parte sono libri che avrei acquistato, se mai avessi deciso di farlo, solo di seconda mano. A volte ho fatto delle congetture, ma le cifre sono più o meno queste. I costi calcolati sono i seguenti:

Sterline Scellini Pence
Acquistati 36 9 0
Regalati 10 10 0
Copie per recensioni ecc. 25 11 9
Avuti in prestito e non restituiti 4 16 9
Avuti in prestito 3 10 0
Librerie (mobili e scaffali) 2 0 0
Totale 82 17 6

 

Aggiungendo a questo conto i mucchi di libri che ho da altre parti, sembra che alla fine io abbia in tutto circa 900 libri, per un costo totale di 165 sterline e 15 scellini. Li ho accumulati in circa quindici anni – in realtà anche di più, perché alcuni risalgono alla mia infanzia: ma facciamo quindici anni. Significa che ho speso 11 sterline e uno scellino all’anno, ma ci sono altri costi da aggiungere per calcolare la spesa totale destinata alla lettura. La parte più consistente riguarda giornali e riviste, per i quali penso che otto sterline all’anno rappresentino una cifra ragionevole. Otto sterline all’anno coprono il costo di due quotidiani della mattina, un quotidiano serale, due edizioni della domenica, un settimanale e uno o due mensili. Questo porta la cifra complessiva annuale a 19 sterline e uno scellino, ma non basta: per arrivare al totale va fatta ancora una supposizione. È naturale che spesso capiti di acquistare libri per i quali non si può poi dire con certezza la cifra spesa. Ci sono le convenzioni con le biblioteche e ci sono quei libri, soprattutto i Penguin e le altre edizioni economiche, che uno compra e poi smarrisce o butta via. Ad ogni modo, sulla falsariga delle altre cifre fin qui calcolate, 6 sterline all’anno dovrebbe essere l’importo giusto per questa voce. Quindi negli ultimi quindici anni le mie spese per la lettura si aggirano intorno alle 25 sterline all’anno.
Venticinque sterline all’anno sembrano una gran cifra, finché non la si confronta con spese d’altro tipo. Sono all’incirca 9 scellini e 9 pence a settimana, e 9 scellini e 9 pence a settimana sono oggi l’equivalente di 83 sigarette (Players): anche prima della guerra ti ci venivano meno di 200 sigarette. Con i prezzi attuali, io spendo molto più per il tabacco di quanto non spenda per i libri. Io fumo sei once a settimana, a mezza corona per oncia, per un totale di circa 40 sterline in un anno. Anche prima della guerra, quando lo stesso tabacco costava 8 pence all’oncia, mi costava più 10 sterline all’anno: e se in media consumavo una pinta di birra al giorno, al costo di sei pence, le due cose insieme mi costavano in totale quasi 20 sterline all’anno. Non molto al di sopra della media nazionale. Nel 1938 i cittadini di questo Paese spendevano quasi 10 sterline a testa all’anno per alcool e tabacco: tuttavia, un venti per cento della popolazione era composto da bambini sotto i quindici anni e un altro quaranta per cento da donne, perciò il fumatore e bevitore medio avrà speso molto di più di 10 sterline. Nel 1944 la spesa annuale pro capite per questi due articoli è stata non inferiore a 23 sterline. Tenuto conto di donne e bambini come abbiamo detto, si arriva a una ragionevole cifra di 40 sterline a persona. Quaranta sterline all’anno basterebbero per un pacchetto di Woodbines al giorno e mezza pinta di birra chiara sei volte a settimana: una razione non proprio generosa. Certo, tutti i prezzi ora sono gonfiati, inclusi quelli dei libri: e tuttavia, anche se uno comprasse tutti i libri invece di prenderli in prestito e acquistasse un gran numero di periodici, a quanto pare il costo di queste letture non supererebbe quello di fumo e bevute messi insieme.
È difficile stabilire una relazione tra il prezzo dei libri e il valore che uno ne ricava. Il termine “libro”, infatti, include romanzi, raccolte poetiche, libri di testo, opere di consultazione, trattati di sociologia e molto altro, e inoltre il rapporto tra lunghezza e prezzo non è lo stesso per tutti, specialmente se li si compra abitualmente di seconda mano. Si possono spendere dieci scellini per una poesia di 500 versi e sei pence per un dizionario da consultare di tanto in tanto nell’arco di vent’anni. Ci sono libri che si fanno leggere e rileggere, e libri che diventano come dei pezzi d’arredamento nella mente, che modificano l’atteggiamento nei confronti della vita, libri in cui ci si immerge totalmente ma senza mai leggerli fino alla fine, libri che si leggono tutti d’un fiato per poi dimenticarli una settimana dopo: in termini di denaro, il costo potrebbe essere lo stesso in tutti questi casi. Se invece consideriamo la lettura come intrattenimento, al pari del cinema, è possibile fare una stima approssimativa di quale sia il costo. Se uno leggesse solo romanzi e letteratura “leggera”, e comprasse tutti i libri, la spesa si aggirerebbe – calcolando otto scellini per ciascun libro e quattro ore per leggerlo – a circa due scellini per ora. Che è più o meno quello che costano i posti più cari al cinema. Se uno si concentrasse su libri più seri, e li comprasse tutti, la spesa resterebbe all’incirca la stessa, perché i libri costerebbero di più ma ci vorrebbe molto più tempo per leggerli. In entrambi questi casi i libri resterebbero di proprietà anche dopo la lettura, e quindi sarebbe possibile venderli a un terzo del loro prezzo d’acquisto. Se uno comprasse solo libri di seconda mano, ovviamente, la spesa per la lettura si abbasserebbe di molto: una buona approssimazione potrebbe essere di sei pence all’ora. E d’altra parte se uno non compra libri ma li prende tutti in prestito da una biblioteca privata, la spesa per la lettura scende a mezzo penny all’ora; se uno li prende in prestito da una biblioteca pubblica, allora addirittura a quasi niente.
Ho detto abbastanza a dimostrazione di quanto la lettura sia uno dei divertimenti più economici: anzi, dopo l’ascolto della radio è forse il più economico di tutti. E intanto, qual è la somma reale che gli inglesi spendono per i libri? Non ho scoperto nessuna cifra esatta, ma senza dubbio da qualche parte la si potrà trovare. So per certo però che, prima della guerra, questo Paese pubblicava ogni anno più di 15.000 libri, incluse le ristampe e i libri scolastici. Se di ogni libro fossero state vendute almeno 10.000 copie – e anche tenendo conto delle tirature dei libri scolastici questa stima è ad eccesso – in media una persona comprava, direttamente o indirettamente, all’incirca tre libri all’anno. Questi tre libri messi insieme potevano arrivare a una sterlina, forse anche meno.
Sono cifre ipotetiche, e mi piacerebbe che qualcuno mi correggesse. Ma se la mia stima è in qualche modo vicina alla verità, non è un dato di cui essere orgogliosi per un Paese che è alfabetizzato quasi al 100% e in cui il cittadino medio spende di più per le sigarette di quanto un agricoltore indiano spenda nella sua intera vita. E se il nostro consumo di libri rimane a questi livelli, almeno ammettiamo che è così perché leggere è un passatempo meno entusiasmante delle corse dei cani, del cinema e del pub, e non perché è troppo costoso.

 

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