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Eccoci dopo la pausa estiva con la nostra selezione di titoli in uscita o appena usciti, sia di fiction che di non-fiction. A cura di Giuseppe Putignano. Buone letture!

Elena Basso, Mabel Morri, CILE. DA ALLENDE ALLA NUOVA COSTITUZIONE: QUANTO COSTA FARE UNA RIVOLUZIONE? Becco Giallo

Sono passati cinquant’anni esatti dall’11 settembre 1973, dall’assalto militare di Pinochet alla Moneda e dalla morte di Allende, a cui seguirono diciassette anni di dittatura sanguinosa che hanno segnato per sempre la storia del Cile. Molto meno nota alla nostre cronache è la rivolta popolare iniziata nel 2019 e causata dallo scoppio di una bolla economica provocata da mezzo secolo di politiche neoliberiste, portate avanti dai governi democratici succeduti al regime che mai hanno messo in discussione le scellerate politiche di crescita disomogenea promosse da Pinochet. Il casus belli è stato un fatto apparentemente di poco conto, l’aumento del prezzo del biglietto della metro, da quel momento in poi il Cile è stato una polveriera, tra violente tensioni con la polizia, nuovi e vecchi negazionismi e l’eco di una rivoluzione forse impossibile. Elena Basso, giornalista freelance italiana che vive in America Latina, si è ritrovata a raccontare tutti questi eventi dal cuore della rivolta per la Repubblica e altre testate italiane e internazionali. Oggi realizza, con la fumettista Mabel Morri, un’importante opera di graphic journalism che ci aiuta a comprendere il Cile ai tempi solo apparentemente tranquilli del governo di sinistra di Boric. “Un libro fondamentale”, scrive Roberto Saviano nella prefazione, perché “racconta ciò che avviene ovunque, anche in democrazie che a noi sembrano in salute, mature, compiute”.

Olga Tokarczuk, I LIBRI DI JAKUB – Bompiani 
Traduzione di Barbara Delfino e Ludmila Ryba

Ci sono volute due traduttrici, lunghi anni di lavoro e un premio Nobel per poter leggere anche in italiano quello che è universalmente noto come il capolavoro di Olga Tokarczuk, I libri di Jakub. Un libro colossale, di quasi mille pagine, a cui l’autrice ha lavorato per sette anni, che attraversa sette confini, cinque lingue, tre religioni, ha quattro narratori e copre gli ultimi tre secoli di storia. È, in un’impossibile sintesi, la storia improbabile di Jakub Frank, personaggio realmente esistito, un giovane ebreo che voleva cambiare il mondo e a un certo puntò si autoproclamò Messia. “Provò” tutte le religioni, dall’ebraismo al sabbatianesimo, dall’islam al cattolicesimo, per morire probabilmente ortodosso, trascinato negli alti e bassi della storia dell’epoca, vivendo in corti di imperatori e bassifondi, passando più volte dalla gloria alla prigionia e viceversa. Un vagabondo della storia, a voler banalizzare una storia ricchissima e complessa, la cui vicenda umana ha ispirato le grandi capacità narrative dell’autrice polacca. Tra l’altro, proprio per questo libro, per l’attenzione data a un personaggio dall’anticonformismo così emblematico, Tokarczuk ha ricevuto nel 2014 minacce di morte dal PiS, il simpatico partito nazionalista e illiberale (a voler essere gentili) nel frattempo arrivato al governo della Polonia.

Tobias Wolff, IL LADRO IN CASERMARacconti 
Traduzione di Angela Tranfo

Tobias Wolff è un maestro indiscusso della short story americana, il suo racconto “Una pallottola nel cervello” – in cui un critico letterario, nel mezzo di una rapina, non riesce a trattenersi dal commentare il linguaggio banale dei rapinatori – contenuto nella raccolta Proprio quella notte (Einaudi, 2001), è un caso di studio nei corsi di scrittura creativa. Lo stesso Wolff ha insegnato in uno di questi corsi per vent’anni, tra i suoi studenti Jay McInerney, Alice Sebold e George Saunders. Il ladro in caserma, recuperato ora da Racconti, è la sua prima novella, con cui vinse il PEN/Faulkner Award nel 1985. I protagonisti sono tre giovani paracadutisti catapultati nell’età adulta direttamente nel Vietnam del 1968. Scrive Marco Peano nella prefazione che qui in ballo c’è «il mistero della giovinezza, l’età della vita in cui le scelte compiute d’impulso – e talvolta anche le più ponderate – sono destinate a riverberare per sempre»

Cormac McCarthy, STELLA MARIS  Einaudi 
Traduzione di Maurizia Balmelli

Il secondo atto della dilogia iniziata con Il Passeggero, l’ultimo della carriera di Cormac McCarthy scomparso lo scorso giugno. Ben lontano dalla frontiera, dalla prateria impietosa e i tramonti rosso sangue, McCarthy consegna alla letteratura l’ultimo capitolo di un’opera magistrale sulla natura violenta delle cose. Qui il nichilismo dell’autore non emerge però dalla cronaca di azioni atroci e insensate ma è distillato dai brandelli di una mente brillante e lacerata, quella della protagonista Alicia Western. In questo secondo e ultimo capitolo della diade sulla famiglia Western, Alicia è una clinica psichiatrica. Il tentativo medico di una cura si scontra e confonde con l’incessante e acuto profluvio di teorie e riflessioni sul sapere moderno in cui scienza, matematica, musica, visioni, desiderio si fondono in una schizofrenia che porta la protagonista a indagare le verità ultime e concludere che ​​«il mondo non ha creato un solo essere vivente che non intenda distruggere». 

Matthieu Aikins, CHI È NUDO NON TEME L’ACQUA Iperborea 
Traduzione di Luca Fusari

Matthew Aikins é uno dei reporter del New York Times che nel 2022 hanno svelato la dura verità sulle vittime civili dei bombardamenti americani in Afghanistan, una serie di videoreportage che si è aggiudicata il Premio Pulitzer per il giornalismo internazionale e due Emmy Award. Nello stesso anno, il giornalista di origini canadesi ha però pubblicato anche questo reportage narrativo, un caso esemplare di giornalismo sotto copertura, a cui aveva a lungo lavorato negli anni precedenti. Nell’agosto del 2016 si è finto migrante e insieme al suo amico e interprete Omar è partito per un lungo viaggio di quasi cinque mesi da Kabul in direzione dell’Italia. Come e più di quanto ha mostrato Matteo Garrone nel recente Io capitano, il racconto mostra le prove durissime di un viaggio clandestino, tra frontiere artificiali e naturali ma sempre ostili, trafficanti, burocrazie incomprensibili e raccontando con la forza della presa diretta uno spaventoso inseguimento in mare tra Turchia e Grecia. Nei successivi quattro anni, Aikins ha svolto un lungo lavoro integrativo di studio e raccolta dati per contestualizzare e comprendere a fondo l’esperienza di quel viaggio, le sue implicazioni politiche ed esistenziali. Chi è nudo non teme l’acqua (titolo che riprende un antico proverbio dari) è uno di quei libri di non fiction che “si legge come un thriller” ma soprattutto è una storia vera, una di quelle storie a cui siamo ormai scandalosamente indifferenti.

Benjamin Labatut, MANIAC – Adelphi 
Traduzione di Norman Gobetti

Dobbiamo essere sinceri, non è ancora chiaro quanto ci sia di vero nelle storie di Benjamin Labatut. Proprio come Quando abbiamo smesso di capire il mondo (Adelphi, 2022), di cui è il seguito ideale, MANIAC non è un saggio né un romanzo ma come specificato nei ringraziamenti è “un’opera di finzione basata sulla realtà”. In ogni caso si tratta di ottime storie, un viaggio al termine della scienza, dai misteriosi circuiti del calcolatore universale che da’ il nome al libro, all’anima del fisico geniale ma perennemente depresso Paul Ehrenfest, dal laboratorio di Oppenheimer a Los Alamos, fino al cuore dell’algoritmo di AlphaGo, il software che sconfisse il campione mondiale, umano, di Go, Lee Sedol. Un libro che danza sul confine tra scienza e perturbante, pane per le nostre inquietudini pre-apocalittiche.

Daniele Del Giudice, DEL NARRARE – Einaudi (in libreria dal 10 ottobre)

Sono già passati due anni dalla scomparsa di Daniele Del Giudice, autore di alcuni tra i migliori racconti della letteratura italiana del tardo Novecento e di quel piccolo capolavoro di non fiction narrativa che è Lo stadio di Wimbledon. Ora è in arrivo per Einaudi, a cura di Enzo Rammairone, la raccolta di tutta la sua attività saggistica, un corpus ben più grande di quello della sua narrativa. Il volume è diviso in due parti, nella prima le recensioni e i pensieri su autori amati come Conrad, Primo Levi, Calvino, Svevo, Bernhard e Stevenson. Nella seconda invece ritroviamo tutte le sue riflessioni sul significato della rappresentazione narrativa del tempo, dei sentimenti, degli oggetti delle nostre vite.

Jon Fosse, IO È UN ALTRO. SETTOLOGIA. VOL. 3-4 La nave di Teseo (in libreria dal 10 ottobre)
Traduzione di Margherita Podestà Heir

Il 5 ottobre 2023 a Jon Fosse è stato assegnato il premio Nobel per la Letteratura in quanto autore di una drammaturgia e una prosa «che danno voce all’indicibile». Un Nobel che per una volta mette d’accordo i critici e i bookmakers ma non i lettori italiani che (purtroppo) conoscono poco l’autore norvegese. I suoi bellissimi romanzi Insonni e Melancholia, tradotti da Fandango tra il 2009 e il 2011 sono infatti introvabili, un feticcio per i cacciatori di libri fuori catalogo. La riscoperta dell’opera di Fosse da parte dell’editoria italiana è solo molto recente e dovuta al lavoro de La nave di Teseo e della traduttrice Margherita Podestà Heir. Settologia è un trittico di libri per cui Fosse è stato candidato due volte all’International Booker Prize, nel 2020 e nel 2022, di cui Io è un altro è il secondo titolo (l’unico dei tre non candidato al Booker Prize ma, scommettiamo, altrettanto bello). Autore prolifico, drammaturgo, spesso associato a Beckett per una simile tensione poetica nella ricerca dell’essenziale, Fosse è dotato di una prosa che incanta. I protagonisti di questo libro sono due uomini di nome Asle, che all’inizio sembrano un sol uomo, si rincorrono, si incrociano e ogni tanto si parlano. Vogliono entrambi fare i pittori e soprattutto non perdere quei gesti e quei momenti, pochi e intensi, per cui vale la pena vivere: una buona colazione, un abbraccio, l’amore.

Bret Easton Ellis, LE SCHEGGE Einaudi (in libreria dal 10 ottobre)
Traduzione di Giuseppe Culicchia

Indubbiamente il libro più atteso del mese. L’ennesimo ritorno per l’ennesima volta accompagnato da grandi aspettative dell’autore americano cult di quegli anni cinici e febbrili a cavallo tra gli ‘80 e i ‘90. Proprio nei primi anni ‘80, a Los Angeles, tra feste in piscina, cocaina e new wave a palla, è ambientato questo nuovo romanzo di Bret Easton Ellis, la sua prima opera di fiction dopo Imperial Bedrooms del 2010. È stato presentato come il suo romanzo più sexy. Sarà vero? Impossibile non dare un’altra chance all’autore di Meno di zero, anche se gli ultimi trent’anni, per lui e per noi, non sono stati facili.

Luciano Funetta, DOMICILIO SCONOSCIUTO – Utet (in libreria dal 24 ottobre)

Luciano Funetta è autore di due romanzi weird, l’esordio Dalle rovine (Tunuè, 2015) e Il grido (Chiarelettere, 2018), che l’hanno immediatamente proiettato tra gli scrittori italiani più promettenti della sua generazione. In arrivo, questo mese, per Utet c’è questo suo Domicilio sconosciuto presentato come “un saggio dall’andamento romanzesco” sulla letteratura latinoamericana, “dove ogni frammento è un crocevia di percorsi inaspettati”. Tramite un suo alter ego letterario, Funetta si lancia nel tentativo di mappare i percorsi onirici degli scrittori latinoamericani, in un lungo vagabondaggio tra veglia e sonno, tra Julio Cortázar e Roberto Arlt, Juan Rulfo e Juan Carlos Onetti, passando per Gabriel García Márquez e Rubem Fonseca, fino a Horacio Quiroga e Ricardo Piglia, per giungere ovviamente a Bolaño, Borges e Bioy Casares.

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